Sono da due giorni in Borgogna.
Ieri sono stato nella Mâconnais, idealmente la porta d’ingresso della Borgogna da sud.
È zona incontrastata di chardonnay, su tutti l’eccellenza dei Pouilly – Fuissè. La sfiga vuole che di domenica quasi tutti i vigneron sono chiusi, ma non demordo: con un pò di faccia tosta qualcuno ti apre la porta. C’è sole e vento e dalla parti di Solutrè trovo una fiera di vigneron naturels incentrata su beaujolais e borgogna “Biojolaynes” Deliziosa, un pò hippie, gitana e bohémienne un tuffo in una profonda Francia poco blasonata, poco fighetta, popolare e colta allo stesso tempo. Insomma una vera festa popolare compresa di spazio per bambini, vera convivialità e lotteria finale compresa. Mi è venuto naturale fare parallelismi con eventi simili in Italia e trovo che non ho mai visto nulla del genere nelle fiere di vini naturali in Italia. Nulla di così radicato nel territorio a livello locale e di così politico allo stesso tempo. Ho trovato delizioso lo stand che vendeva semi antichi di piante, il clima di festa nello stand di ostriche e birra, il venditore di formaggi di capra e le due signore chiacchierone addette alle gaufrettes mâconnaises, una sorta di gaufrettes arrotolate a abbondantemente burrose. Da una coppia di ragazzi vivaisti très bohémiens ho acquistato tre piantine di estragon, ma abbiamo discusso sull’elicriso che loro si ostinavano a chiamare curry.
Lione di sera invece é più bella di quanto la ricordassi, tra la Saône e il Rodano, elegante e vivace, tra le luci più belle di Francia.
Oggi invece sono a Chablis, terra di grandi bianchi, chardonnay a man bassa. Ogni pietra bianca parla di vino, ogni vicolo, ogni negozio.
Tuttavia la sensazione che ho é che il bello per lo chablis deve ancora venire.
Ho avuto il piacere di assaggiare (e comprare) Dauvissat e Jean Bessin. Quest’ultimo con maniere rocambolesche. Ho spesso pensato che i produttori (e in generale tutti i) francesi se la tirassero, in realtà la visita da Jean Bessin mi ha dimostrato il contrario. La verità è che ho trovato riservatezza, gentilezza, orgoglio, pudore e grandi vini. E Grand Cru appesi sulle colline calcaree di fronte a Chablis.
Non c’è modo di cogliere l’essenza di questa gente così capace di produrre tale eleganza nel bicchiere e allo stesso tempo di mangiare Andouillette, deliziose salsicce di interiora di maiale, ma dall’odore secondo molti, nauseabondo.
Vive la France!