Ci siamo. Dopo un viaggio che ha portato me e mio figlio (Samuele -ndr-) in lungo e in largo per i paesi dell’est,non vediamo l’ora di riaprire i battenti dell’osteria.
Sei un uomo fortunato se non vedi l’ora di metterti a fare la cosa che più adori fare: il tuo lavoro.
In mente ci sono bellissime suggestioni, il kvas (bevanda fermantata di pane), la panna acida, le insalate di rape e aringa, il borsch (strepitosa zuppa mangiata in Russia), la mostarda dalle molteplici sfumature. La vodka, il pesce affumicato, la Tartare come Dio comanda, La Tartare !!!
L’orto dell’osteria è rigoglioso, generoso, è stato paziente e ci ha aspettato fedele. Il finocchietto domina le siepi, le acetoselle rosse sono velluto, le carote sono fragranti, le foglie di limone non aspettano altro che il pesce spada. I gamberi sono in viaggio sui fondali, le seppie si macchiano di nero. I pomodori sono rossi color lava fresca.
Dateci tempo fino a domani e poi vi portiamo con noi nel nostro straordinario viaggio,la nostra personale lettura del mondo del cibo.
Sicilia, Emilia, e suggestioni fatte di un vento che soffia da Est.